"Essere o non essere?" non è una citazione shakespeariana, bensì la domanda che, inconsciamente, l'Italia si pone riguardo alla possibilità di diventare - spoiler o meno - un paese all'avanguardia nella ricerca e nell'innovazione in una delle tecnologie più promettenti per la produzione energetica.
La capacità di incoraggiare l'innovazione e di creare il contesto giusto affinché possano radicarsi e crescere forti i germogli delle aziende che ridisegneranno gli equilibri politici ed economici del futuro è cruciale per determinare se un paese diventerà presto un acquirente o un fornitore nel mercato mondiale della transizione energetica efficace e sostenibile. Ho utilizzato il termine "mercato" perché, eh bene sì, anche la lotta contro il cambiamento climatico genera una domanda e un'offerta, e di conseguenza, da qualche parte nel mondo, ci sono costi e da qualche altra parte profitti.
Partiamo da Newcleo, una scale-up fondata e guidata da menti italiane, che ambisce a rivoluzionare il panorama energetico progettando un piccolo reattore modulare (SMR).
Breve escursus su cosa sono gli SMR: a differenza dei colossali impianti nucleari tradizionali, questi offrono numerosi vantaggi, quali costi ridotti, tempi di costruzione rapidi e una sicurezza senza precedenti.
Immaginate: il primo reattore, atteso per il 2030, sarà una meraviglia da 30 MW, di soli sei metri per sei. Un reattore che apre le porte alla quarta generazione della tecnologia nucleare, eliminando i timori di dispersione radioattiva.
Grazie alle tecnologie sviluppate intorno agli SMR, i player e innovatori del settore esplorano nuovi orizzonti che permettono l'utilizzo di combustibile nucleare ricavato dalle scorie radioattive delle grandi centrali, un passo da gigante verso un mondo in cui decarbonizzazione e ricerca di fonti energetiche alternative e sicure procedono di pari passo.
Questa tecnologia ha il potenziale di generare elettricità senza emettere gas serra, funzionando ininterrottamente, a differenza dei meno efficienti parchi eolici e fotovoltaici, e di trasformare gli scarti, che rappresentano ad oggi un costo ambientale ed economico, provenienti dalle centrali nucleari in una risorsa capace di generare nuova energia e profitti, introducendo l’ingrediente dell’economia circolare nella nostra storia.
E l'Italia? Con la sua ricca storia di eccellenza nella ricerca nucleare, si trova a un bivio critico. L'era dell'energia nucleare innovativa e sostenibile bussa alla sua porta, e l'Italia rischia di restare indietro se non accelera il passo.
Infatti, è rappresentativa la scelta di Newcleo, un simbolo della capacità innovativa italiana che, purtroppo, ha deciso di sviluppare il suo potenziale al di fuori dell'Italia, dove ha trovato terreno fertile per sviluppare tecnologicamente ed economicamente il suo progetto, lasciando il bel paese con l'ennesima grande opportunità mancata.
Ma cosa rappresenterebbe, in termini di potenzialità futura, questa innovazione? L'introduzione dei mini reattori, piccoli ma efficienti, potrebbe cambiare le regole del gioco. Queste centrali in miniatura possono essere collocate praticamente ovunque, anche nel retro di un'azienda di produzione, aprendo nuove possibilità per l'industrializzazione e la distribuzione dell'energia.
Creare per il nostro paese un contesto favorevole per spingere a investire in innovazione tecnologica potrebbe infondere nuova vita nella ricerca e nello sviluppo dell’industria nucleare italiana, creando opportunità di lavoro e guadagnando una posizione da leader nell'innovazione nucleare sostenibile. Si tratta non solo di vantaggi economici, ma anche della possibilità di giocarsi un ruolo da protagonista nell'energia del futuro a livello globale.
La scena è pronta: l'Italia sarà in grado di accogliere le nuove sfide che determineranno chi guiderà il mondo verso il futuro? A voi le riflessioni...
Fast forward!
Enrico
Purché non lo faccia Salvini... e poi regalato in gestione ai Benetton... che in Italia il problema questo è!